Esistenza e Persona riporta degli articoli su argomenti come trascendenza, libertà, amore, amicizia, religiosità, che l’Autrice ha approfondito seguendo la traccia dell’essere. Proprio da qui è nato il confronto tra i principali filosofi contemporanei presi in considerazione: Martin Heidegger e, d’ispirazione tomista, Cornelio Fabro e Carlos Cardona.
L’essere è, infatti, il punto di riferimento ulteriore dell’“esistente” heideggeriano — il Dasein — e della “persona” nella tradizione metafisica tomista.
L’ineludibile confronto viene tematizzato già nel primo capitolo, che delinea l’itinerario speculativo di Heidegger; i due successivi capitoli, s’incentrano sul gran tema della libertà. Il quarto mette in luce il silenzio heideggeriano sull’amicizia. Su questa base si sviluppa l’analisi critica presente nei capitoli cinque e sei. Infine, nell’ultimo capitolo si tratteggiano alcuni suggerimenti che mirano al superamento di uno dei componenti più caratteristici della cultura odierna: il nichilismo.
Cristina Reyes (Cile) è Laureata in Psicologia presso l’Università del Cile (Santiago del Cile) ed è Professore Incaricato di Metafisica presso la Facoltà di Filosofia della Pontificia Università della Santa Croce (Roma).
L'annuncio della pubblicazione dei "Quaderni neri" di Heidegger, finora inediti, ha scatenato in tutta Europa un acceso dibattito sull'antisemitismo del filosofo tedesco rivelato dalla lettura dei suoi taccuini. Le idee antisemite sembrano assediare in particolare "La storia dell'essere" e sono state influenzate dai Protocolli dei savi di Sion, la principale fonte antiebraica della modernità e della postmodernità. Peter Trawny, il curatore dell'opera omnia di Heidegger, entra nello studio del grande filosofo per rispondere, senza giustificazioni e sensazionalismo, alla domanda che tutti si pongono: il pensiero heideggeriano può resistere a questo "naufragio spirituale"?
"All'inizio del 2013 sono venuto a conoscenza di passi contenuti nei Quaderni neri che si riferiscono agli ebrei, all'ebraismo o, meglio, all'ebraismo mondiale. Mi fu subito chiaro che la pubblicazione di questi Quaderni avrebbe suscitato un grande dibattito internazionale. Già nella primavera di quell'anno ho pregato Friedrich-Wilhelm von Herrmann - l'ultimo assistente privato di mio nonno e, secondo una dedica di quest'ultimo, il 'principale collaboratore della Gesamtausgabe', in quanto profondo conoscitore del suo pensiero - di esprimere il suo punto di vista sui Quaderni neri nel loro complesso e, in particolare, sui passi riferiti agli ebrei ora al centro dell'attenzione pubblica. Nelle pubblicazioni sui Quaderni neri si sono diffuse rapidamente espressioni di grande effetto come 'antisemitismo onto-storico' oppure 'antisemitismo metafisico'. Ma c'è davvero dell'antisemitismo nel pensiero di Martin Heidegger? Von Herrmann propone qui la sua interpretazione ermeneutica e il suo collaboratore, Francesco Alfieri, conduce un'ampia analisi filologica dei volumi 94-97 della Gesamtausgabe, approdando a risultati sorprendenti che inaugurano una nuova prospettiva sui Quaderni neri" (dalla Premessa di Arnulf Heidegger).
Questa "Introduzione a Heidegger" offre gli strumenti critici essenziali per interpretare l'opera del filosofo alla luce delle più recenti prospettive storiografiche.
Il presente volume, per la prima volta ed analiticamente, approfondisce la lettura fabriana dei tre più grandi Autori della Modernità filosofica.
Questo libro costituisce una delle ricerche più originali sulla natura e la storia dell'età preromantica e romantica, intesa come epoca che si conclude a Novecento inoltrato, dopo la "frattura" operata da Nietzsche. Prendendo in esame gli scritti e le posizioni teoriche di Hamann, Herder, Friedrich Schlegel, Novalis, Hölderlin, Schelling, Creuzer, Görres, i fratelli Grimm, Bachofen, Nietzsche, Spengler, Klages e Baeumler, l'autore ricostruisce le vicende degli intricati rapporti tra lo Sturm und Drang, il Romanticismo di Jena e quello di Heidelberg, tra idealismo e romanticismo, facendo emergere l'immagine duplice di un secolo, l'Ottocento, attraversato tanto da sistemi di filosofia della storia quanto da una concezione della storia di tipo simbolico. Una dialettica, mito/storia, infranta dal pensiero di Nietzsche e divenuta tema centrale nel Novecento, in particolare nel cosiddetto Mythos Debatte degli anni Ottanta. Ad emergere, dalla storia e dalla poesia del romanticismo tedesco qui scandagliati, è un concetto di natura radicalmente diverso rispetto a quello settecentesco, quale orizzonte enigmatico e alternativo al pensiero nichilistico affermatosi in Europa.
Stanze della metafisica
Heidegger, Löwith, Carlini, Bontadini, Severino
DESCRIZIONE: Le “stanze della metafisica” sono i luoghi, individuati in cinque pensatori del Novecento, da cui osservare, in prospettive e con sviluppi diversi, sia la specificità della filosofia rispetto al sapere scientifico sia il posto riservato alla metafisica, oltre la tesi kantiana per cui l’Assoluto sarebbe pura aspirazione e la filosofia si ridurrebbe entro i confini della scienza. Un duplice assunto qui avanzato in momenti che scandiscono un’indagine unitaria: le prime stanze, premessa teoretica del libro, ripercorrono la presa di posizione della filosofia rispetto alla teologia filosofica classica – in Heidegger, l’artefice della critica alla metafisica occidentale e dell’opposizione tra fede e filosofia, in Löwith, che ha sviluppato con tratti diversi tale linea, e in Carlini, critico dell’idealismo gentiliano e fautore di un pensiero cristiano. Le ultime stanze sono doppiamente congiunte all’intento teoretico del libro, per il loro sfondo comune: in Bontadini il tema è la rigorizzazione della teologia filosofica con l’affermazione dell’essere trascendente la totalità dell’esperienza; di Severino è qui esaminato il nodo inerente al rapporto fra ontologia e teologia filosofica, cercando la determinazione dell’essere che trascende l’ambito dell’esperienza (qui chiamato Altro dall’esperienza). Conclude il volume un’offerta di domande che si annodano una all’altra nel passaggio da queste stanze: l’ammissione che, all’interno del sapere filosofico, la stessa metafisica non possa essere mero possesso quanto piuttosto un essere posseduti la cui forza è, da ultimo, unicamente il “pensiero”.
COMMENTO: I rapporti tra metafisica e teologia nel pensiero del Novecento attraverso cinque grandi filosofi: Heidegger, Löwith, Carlini, Bontadini e Severino. Dai ritratti compiuti di questi pensatori emerge la specificità della filosofia rispetto alla conoscenza scientifica.